ARSENICO E VECCHI MERLETTI

Friday, January 13, 2006

Ieri notte a Primo Piano su Rai Tre c'erano la Bonino e il ministro Giovanardi.

Si confrontavano su aborto, eutanasia, regolamentazione legale delle coppie di fatto (omosessuali e non) amnistia, indulto e situazione carceraria.

Le opinioni erano ovviamente discordanti ed io, come voi ben immaginerete, ero pienamente d'accordo con la Bonino.

Tra le molte cose che mi hanno colpito ce ne sono state due in particolare che ho trovato paradossali.

La Bonino chiede a Giovanardi perché non si parli ai giovani nelle scuole di educazione sessuale, prevenzione e contraccezione.
Lui replica affermando che queste cose si fanno già.

La Bonino dice che non è così, afferma di avere tre nipoti in età scolare e di conoscere la realtà
scolastica in Italia.

Ecco che il ministro interviene dicendo che ci sono i corsi prematrimoniali tenuti dalla Chiesa e in questi corsi si parla di tutti i tipi di contraccezione naturale e non.

UN MINISTRO DELLA REPUBBLICA ITALIANA DICE UNA SCEMENZA COSì GRANDE E NESSUNO SI INDIGNA?

Cosa c' entra la scuola laica e aconfessionale (solo in teoria) del nostro Paese con i corsi prematrimoniali tenuti nelle parrocchie?

Cosa c'entra il diritto di un minore ad avere risposte chiare, vere, scientifiche, durante il suo percorso educativo, scolastico , civile e laico con i corsi prematrimoniali dei preti a cui aderiscono solo gli adulti che hanno scelto di sposarsi con un rito religioso e di fare un percorso tutto personale?

Un cittadino italiano agnostico come me, ateo o appartenete a un'altra confessione religiosa per avere risposte e chiarimenti sulla sfera sessuale deve iscriversi a uno di questi corsi?

Chiedo a voi lettori, la conoscenza e la divulgazione, in Italia, nel nuovo millennio, deve ancora passare attraverso il clero come secoli addietro?

A un certo punto nella stessa trasmissione hanno mostrato un servizio girato in casa di Christian Panicucci e Alessio De Giorgi, i due gay pisani che nel consolato francese regolamentarono legalmente e pubblicamente la loro unione attraverso il nuovo PACS nato in Francia.
Ciò è potuto avvenire perché il signor Panicucci ha la doppia cittadinanza.

Le telecamere tornano in studio, si ravviva la fiamma del dibattito e la Bonino dice che Giovanardi ha affermato che gli uomini del servizio sono due esibizionisti.
Il ministro conferma la sua dichiarazione.

Domanda (procedo sempre con le domande perché trovo ancora valido il metodo socratico dei "perché").

PERCHE' DUE CITTADINI CHE NON SONO D'ACCORDO CON L'ANDAZZO ITALIANO E CHE LOTTANO DA ANNI PER I DIRITTI DEGLI OMOSESSUALI
NON DOVREBBERO ESIBIRE LA PROPRIA ESPERIENZA SENTIMENTALE PORTANDO SE STESSI COME PARADIGMA PER CAMBIARE LE LEGGI DEL PROPRIO PAESE?

La storia ci insegna che è sempre stato così, gli uomini e le donne che hanno lottato per cambiare una situazione sociale, politica e giuridica hanno sempre dovuto, per forza di cose, esibirsi e mostrarsi pubblicamente.

E' un merito avere un impegno civile e metterci la faccia, non uno scandalo.

Ma forse certi politici abituati a un' Italietta democristiana, anni Cinquanta, piena di segreti, bugie e pregiudizi, come ha ben descritto il grande Sciascia nei suoi romanzi, non possono accettare che due omosessuali parlino liberamente e che le telecamere li inquadrino.

Ecco cosa intendo io per esibizionismo :

- Suor Pera che non può più fare un passo e comparire in pubblico senza il Cardinal "Ruina d'Italia" al suo fianco che le controlli il microchip,
che in precedenza, le ha impiantato nel cervello papa Ratzinger.

-Le parate domenicali davanti a San Pietro, quando si mette in moto quel grande business danaroso e mediatico della proclamazione dei santi e dei beati.
Il Vaticano da molti anni ne sforna a bizzeffe, sulla catena di montaggio, in scala industriale.

-I vescovi e i cardinali sempre davanti alle telecamere insieme ai loro amici politici baciapile e contapalle di centro-destra e centro-sinistra.

Il ministro Giovanardi vuole metterci le fette di prosciutto sugli occhi e non tiene minimamente conto di come è cambiata la società in Italia.