ARSENICO E VECCHI MERLETTI

Thursday, January 12, 2006

Domanda:

"Può un intellettuale dirsi tale quando è sempre d'accordo con il potere costituito?"

La risposta la lascio alla vostra sensibilità personale.

Il coraggio degli intellettuali, impegnati spesso in una critica radicale della realtà sociale in cui vivono e del potere che li opprime è stato sempre un fattore di crescita per l'umanità.

Dai tempi della scuola abbiamo imparato che Dante fu costretto all'esilio da Firenze per le sue idee politiche, cacciato fra l'altro da un'ala del gruppo di cui sposava le idee, i guelfi, che si erano scissi in due sottogruppi, i Bianchi e i Neri. Dante apparteneva al partito dei Bianchi e criticava radicalmente la politica di papa Bonifacio VIII (pontefice dal 1294 al 1303) per questo dal 1301 fu costretto a lasciare Firenze e non vide mai più la sua bella città.

Tutti ricordiamo che il Foscolo nei Sepolcri lo definì "il ghibellin fuggiasco"; e lo stesso Foscolo fu grande poeta e intellettuale, sempre in fuga, dapprima dagli austriaci e in seguito all'Editto di Campoformio (1797) , in cui il Bonaparte cedeva Venezia all'Austria, decretando la fine di una repubblica secolare, la sua fuga fu anche da Napoleone che precedentemente aveva tanto ammirato.

Beh, devo far vedere anch'io che ho studiato!

Alzandomi dai banchi di scuola (ormai quelle esili sedie non reggerebbero più il peso eccessivo del mio corpo) e frugando nelle modeste letture personali, ricordo le lotte civili e intellettuali di tanti altri come l'immenso poeta cileno Pablo Neruda (e non argentino come ebbe a dire una volta in televisione Vittorio Cecchi Gori), lo spagnolo Federico Garcia Lorca, che morì fucilato per le sue idee, gli scrittori in lingua russa Fedor Dostoevskij, Michail Bulgakov e Aleksandr Solzenicyn, l'autore dei versetti satanici, Salman Rushdie, e ancora molti coraggiosi sempre osteggiati dal potere, tanto che non potrei enumerarli tutti senza far torto a qualcuno.

Noi in Italia chi abbiamo?

Il cosiddetto "filosofo" Rocco Buttiglione, il giornalista e scrittore Bruno Vespa e l'ex professore universitario di filosofia della scienza (rabbrividisco ogni volta che ci penso), il Presidente del Senato Marcello Pera.

Gente che ha sempre dovuto lottare per far valere le proprie idee!?!

Il Pera è solito vivere all'ombra dei potenti (Berlusconi) e degli alti prelati (l' ex Cardinal Ratzinger, l' attuale Benedetto XVI, e il Cardinal Ruini "quello che io amo chiamare la Ruina d'Italia").

Come certe piante che non possono mai sopportare la luce diretta del sole, la pianta di Pera/o non può nutrirsi della Luce della Ragione, deve obbligatoriamente assimilarla già filtrata dal clero e riproporcela svilita, trita e ritrita nei suoi sermoni sulla radice culturale giudaico-cristiana dell'Europa.

Adesso fanno comodo anche gli ebrei, però vicino al Pera rabbini non ce ne stanno mai, ci sono sempre e solo i cardinali con le loro lunghe vesti fruscianti che sotto nascondo secoli di ghetti, abusi e torture nei confronti dei "giudei".

Queste sono, storicamente, le vere radici dell'Europa cristiana per non parlare dei bagni di sangue che ci sono stati fra cristiani stessi solo dopo la Riforma Protestante.

La storia ahimè non la si può riscrivere né reinventare, anche se la creatività di certa Italietta e di certi italioti e sempre scrupolosamente operosa come le mani delle suore che ricamano incessantemente sotto l'obbligo del silenzio.

Suor Pera smettila di tediarci e votati pure tu al silenzio claustrale.